Dior homme. Non nasce con Dior, non si evolve con Dior, non sperimenta con Dior. Di sicuro stravolge Dior. In quel caso la nascita o per l'esattezza la rinascita avviene con Hedi Slimane. Appare in scena un nuovo uomo, l'uomo Slimane prima di essere l'uomo Dior. Androgino, longilineo, adornato di pelle, borchie, volumi extra o slim, atteggiamenti che inglobano un mix tra gli inglesi Teddy Boy degli anni '50 e i ragazzi di vita descritti da Pasolini nelle sue opere. 4 anni dopo il processo non cambia. Slimane ritorna a Yves Saint Laurent o pardon Saint Laurent. Anche in questo caso non solo viene stravolto lo stile ma viene rimesso in gioco anche il nome. Un cambiamento radicale dalle fondamenta. Ma l'assenza di quell'Yves tanto amato creerà rivoluzione o devastazione? Ed ecco che ritorna quell'uomo, bianco nero, l'uomo Slimane. Ma stavolta anche la donna diviene androgina come se ci fosse uno scambio dei ruoli a discapito della psiche. Ma stravolgere in fondo può sembrare negativo solo se ci soffermiamo a guardare quello che conosciamo già. Ma se invece quell'uomo l'avessimo già conosciuto? Dior o Saint Laurent? Homme gagne.
mercoledì 2 gennaio 2013
sabato 29 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
FRESH/KENZO
Nella jungla dell'eterna ricerca del designer perfetto, della collezione perfetta, servirebbe un cliente perfetto.
Ma esiste realmente? Se esistesse, forse, non preferirebbe acquistare qualcosa di veramente nuovo? So che la domanda sembrerebbe ardita, il nuovo delle volte è eccessivamente immettibile e, spesso, alla stragrande maggioranza inconcepibile. Servirebbe servirlo a piccole dosi. Ma delle volte si preferisce stupire piuttosto che vendere; se ne parla di più e si licenziano dipendenti. Ma se scaviamo a fondo troviamo Carol Lim and Humberto Leon, ignari del loro destino, destino che travolse anche Kenzo Takada nel suo Jangle Jap. Due giovani designer che volevano fare, forse, solo quello. Lontani dalla realtà, ovvero quella dove il designer diventa socialitè e lascia ad altri l'arduo compito, pur lamentandosi e apponendo sopra il proprio nome. Appropriandosene le odi. Ma dunque, per riuscire a godere di così tanta bellezza non dovremmo prenderne esempio? Nell'ultima collezione di Kenzo ci ritroviamo dinanzi a una nuova "estate" di Kenzo stesso. Riposto allora il minimal di Antonio Marras si passa ad un post- minimalismo del tutto nuovo. Si spazia dalla collaborazione street con Vans passando per collaborazioni d'eccellenza come Delfina Delettrez Fendi. Strizzando l'occhio al low cost. Quindi nel mondo della moda collaborare si può. Domanda o affermazione? Di sicuro realtà.
lunedì 3 dicembre 2012
RE-BRANDING
2012. Sessantesimo anniversario della nascita della maison Chloè. Nascita di un sogno. Nascita di un nome capace di portare con sé eleganza e innovazione. Innovativa eleganza?. Un'eleganza controcorrente, dove l'evoluzione non ha necessariamente avuto la spasmodica esigenza di esternare il logo. Un logo semplice, o semplicemente accennato, per quindi non vendere il logo ma un prodotto con il logo. Anche se difatti non necessariamente. Ma se non ce ne fossimo accorti l'utilizzo del logo in questo ultimo decennio ha avuto un declino, per lasciar posto al no-logo che, direi, ci ritroviamo adesso. Ed in questo turbinio, quasi fossimo all'interno di una ruota panoramica, ecco che il logo riappare. Ovviamente con una rinnovata lucentezza. Quasi timidamente si insinua su borse, t-shirt, e dress. In una violenza temperata come se volesse dirci: Io ci sono. Ma nell'epoca del post-minimalismo allora, ci ritroviamo dinanzi ad un nuovo minimalismo? L'avvento Di Simons da Dior e Sliman Da YSL getterà le fondamenta per una nuova era della moda? O saranno sopraffatti dalla moda stessa? Di sicuro al rebranding nessuno può essere fuori. Soprattutto il logo.
www.chloe.com
lunedì 12 novembre 2012
D.I.O.R NEW FACE
Icona? Generalmente le icone le ritroviamo in chiesa. ma se paragonassimo la moda alla religione una borsa potrebbe essere santificata? Di certo viene venerata. Proprio come la Lady Dior, proprio come Lady Diana, da cui prende il nome. E ovviamente le mille sfaccettature. Lady Dior, protagonista assoluta fino allo scorso 4 novembre alla triennale di Milano, come non l'abbiamo mai vista. O come, forse, non la vedremo mai. Artisti del calibro di David Lynch, John Cameron Mitchell, Patrick Demarchelier, Arne Quinze, passando per Wen Fang, Maarten Baas, Olympia Scarry e Recycle Group e gli italiani Luca Trevisani e il duo Vedovamazzei, rievocano e ricordano oggi con le loro opere il mito, rielaborando e decontestualizzando il concetto di borsa, icona e opera d'arte. Aristocratica ma irriverente. Austera ma versatile. Il cannage la rende quasi un opera d'arte in puro stile optical e i charmes, tanto amati da Monsieur Dior, sanno tanto di nostalgico. Nostalgia per un maestro che rivoluzionò la moda sbalordendo l'arte, di cui era noto collezionista. Ma la rivoluzione in casa Dior è in corso. Raf Simons entra in casa e sbaraglia le aspettative. Sicuramente colmare il vuoto di Galliano sarà un compito difficile, ma veramente Galliano sarebbe ancora riuscito a tenere la redini di Dior? Dunque è stata una strana coincidenza o coincidenza fortuita? Il genio della lampada aveva già terminato il suo potere o il potere aveva assorbito il genio tanto da renderlo vulnerabile? Chissà, di sicuro una ventata di meraviglioso minimalismo ci assalirà. Sarà un nuovo "new look" o tornerà il "new look"? Lady D. Lady Diana. Lady Dior. Forever.
lunedì 15 ottobre 2012
1997 VERSUS 2012
L'estate volge al termine e con essa sparisce, quasi del tutto, il bianco dal nostro guardaroba. Ma chissà per quale arcano motivo viene depennato uno dei non colori sicuramente più pulito. Il bianco, colore della neve, potrebbe essere uno dei capi saldi, in quanto, esprime luminosità in un grigio inverno.
Eppure non lo è. Escluso dalla famiglia, in inverno è come se andasse in un lungo letargo.
Letargo che la moda conosce bene. Dal 15 luglio 1997. Un sonno così profondo da cui è quasi impossibile risalire e che è impossibile dimenticare. Gianni Versace uno dei maestri sicuramente più influenti della moda italiana scomparve e con esso la moda. Ovvero la moda creata dai grandi maestri che amavano stupire non vendere copie di se stessi. 1997 Vs 2012. 15 anni. Di sicuro un eterno letargo.
giovedì 11 ottobre 2012
TOMBOY/NEW LADY
Androginia? Voglia di rivalsa? Luogo comune. Ci ritroviamo a cadenza quinquennale ad avere donne vestite da uomini a svestite comunque da essi. Quindi inconsciamente il trucco qual è? Forse attrarli come mantidi religiose, quasi per dimostrare una forza superiore? Beh l'abito non fa il monaco. Quindi appiattendo la femminilità per lasciare il posto a stringate basse, maxi pull e belt. Ripeto il trucco allora dove è?
L'attrazione verso ciò che è simile a noi forse scatena quell'alchimia che rende simili uomo e donna così da poter giocare ad armi pari. Il gioco delle coppie. Le coppie vanno in gioco.
martedì 9 ottobre 2012
F.E.N.D.I
5 lettere. Come amore, odore, sogno, pelle. Una parola. Come avanguardia, lusso e ricerca.
5 lettere, una parola, mille sfaccettature. Un solo marchio che nel tempo è riuscito a diventarne cento o forse di più. Infinito. Un enorme Big Bang. Per racchiudersi alla fine in una sola cosa. Una parola. Fendi.
www.fendi.com
lunedì 8 ottobre 2012
MY BRIGHTEST DIAMOND
Chissà perché i diamanti sono i migliori amici delle donne. Forse per la lucentezza, per l'allure che li contorna. Forse per lo status? E se volessero diventare le donne le migliori amiche dei diamanti, le sceglierebbero? Forse una domanda pretenziosa. Di sicuro non ovvia. Di ovvio e assodato è che ormai ci troviamo dinanzi ad una ricerca a tratti logorante dell'apparire costantemente. Ovunque o dovunque? E se fosse il nostro io a voler apparire servirebbero ancora i diamanti? Diventerebbero solo un contorno al nostro involucro divorato perennemente da occhi affamati. O magari solo la loro immagine potrebbe riflettere e infondere in noi la loro allure. E potremmo rifletterci dentro. Potrebbe uscirne un nuovo io.
Come nella nuova collezione di accessori Ibridi. My brightest diamond. L'immagine del diamante diventa dunque quasi più importante del diamante stesso. In quanto differente. Differisce solo nella consistenza. Ma siamo noi a immaginarne l'importanza. Un diamante è per sempre. Come il nostro io.
lunedì 24 settembre 2012
GOD SAVE THE QUEEN/
Celine. L'essenza della pura femminilità senza troppi fronzoli e pretese. A volte anche un pò androgina, scostante ma di sicuro l'eleganza ne fa da padrona. Il logo diventa oggi dunque meno importante dell'abito stesso. Una borsa la si può riconoscere a distanza. L'impatto è assicurato. La dimensione logo-nologo negli anni è mutata. L'utilizzo in passato era più evidente ma si è assottigliato via via lasciando spazio ad un piccolo marchio impresso. Da li almeno dieci maison hanno seguito lo stile. Per non dire che l'hanno copiato, magari ne hanno preso ispirazione. Rimane sicuramente una delle poche che riesce a fare innovazione e allo stesso tempo tendenza. Dunque ci troviamo dinanzi al binomio Phoebe Philo e la moda o possiamo dire che forse oggi Phoebe Philo è la moda? Sena troppo scalpore si è insinuata nell'olimpo nonostante sia sconosciuta ai più. Di nicchia? No di stile. Che Dio salvi Phoebe!
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